La guardo. La guardo sempre. La ragazzina che studia diritto privato sul mio treno. Mi piace immaginare cosa pensa, come si vestirá la prossima volta, come metterà i suoi capelli. È tutto quello che mi posso permettere. Del resto, cosa le dico? Cosa ci faccio? La mia compagna è incinta, lavoro tutto il giorno e non ho una lira, sono stanco morto. Dove la porto? Quando la porto? Che ci faccio con una ragazzina di vent’anni? Mi passo la mano sulla mia faccia ruvida, non ho avuto neanche il tempo di farmi la barba. Madonna quanto è bella. Potrei solo portala al mare con il treno, in una spiaggia libera con l’asciugamano e i panini alla sabbia. Guardo attraverso i vetri appannati e mi immagino di averla vicino, sentire il suo profumo, magari offrirle un caffè in questa giornata di pioggia. Non ho mai voluto niente così tanto in vita mia
Leggo, leggo e non ci capisco niente. Sto sempre a guardare quello la, il tizio con la felpa e il cappuccio che non si fila nessuno. Qua tutti mi guardano, tranne lui, proprio quello che mi interessa. Quasi quasi un giorno mi ci metto vicino e gli dico: “hai da accendere?”. Immagino di sentire l’odore del tabacco tra le sue dita, immagino che mi accarezzi i capelli con le sue mani scorticate, chiudo involontariamente gli occhi. Magari non fuma, probabile. Magari farei la figura della cretina. Ti immagini se è uno tutto “facci, dichi, venghi”? Si vede che quei muscoli non se li è fatti in palestra. Eppoi ha la fede. Certo che con quel filo di barba e le occhiaie scure… Dovrei studiare, rendermi utile invece di pesare sui miei genitori. Fare qualcosa. Non lo darò mai quest’esame. Penso sempre a ‘sto tizio e alla sua mogliettina felice. Che ci farei con uno come lui? Mi incasinerebbe la vita e basta. È solo che quando lo guardo, mi manca il respiro
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